Il Complesso Monumentale dell’Eremo dello Spirito Santo
Pubblicato il 15 maggio 2019 • Comune , Cultura • 84080 Capriglia SA, Italia
Considerevole complesso edilizio sulla collina omonima tra Capriglia e Pellezzano,che domina la Valle dell’Irno. Di questo convento, si conosce solo la data di soppressione, avvenuta il 6 Maggio 1653 in seguito alle disposizioni pontificie (bolla di Innocenzo X sul riordinamento e la disciplina dei tanti conventi e monasteri, resasi necessaria con il Concilio di Trento).Era detto dello Spirito Santo dei Padri Agostiniani di Colloreto ed era in luogo campestre.Dopo la soppressione, il monastero e la Chiesa furono assegnati ad un prete con l’obbligo di soddisfare gli oneri di sante messe da celebrare cotidie, di mantenervi il culto e risiedere nel convento.È possibile anche che la costruzione del complesso sia molto antica, forse perfino medievale, come lascerebbe supporre l’abside della chiesa, e che precedentemente ai Colloriti sia stato abitato da altre congregazioni, essendo questi ultimi alquanto recenti. Né si hanno notizie di altri ordini o congregazioni che vi abbiano dimorato.Si potrebbe perfino supporre una primitiva destinazione diversa da quella monastica-religiosa, se si pensa alla posizione del complesso, a controllo dell’unico varco montano tra Valle dell’Irno e quella Metelliana, e se si tiene conto della notevole influenza mercantile e centrale che l’antica Cava ebbe su tutto il territorio.Si suppone anche dopo il suo abbandono sia stato covo durante i moti rivoluzionari di carbonari e in seguito di briganti e contrabbandieri, si ha una prova di questo nelle stalle dove esiste ancora oggi un passaggio che si divide in due caverne che servivono come via di fuga e che sbucavano a valle rispettivamente, una verso Pellezzano e l’altra verso Capriglia.All’archivio di Stato di Salerno si conserva tra la documentazione relativa alla soppressione degli ordini religiosi del 1807, una lettera del parroco di Capriglia, Domenico Pagliara, che in data 20 ottobre 1811 elenca al Sindaco di Salerno gli arredi e le opere d’arte presenti nella chiesa del convento.
Foto di Giovanni Galdi